L’obiettivo della Reggina era arrivare allo scontro diretto di Siracusa (in programma il 13 ottobre) con due vittorie nel doppio turno casalingo. La prima missione è stata compiuta a fatica con il successo sul Ragusa e adesso in casa amaranto si punta a bissare domenica contro l’Acireale. Dopo il giorno di riposo la squadra tornerà ad allenarsi al centro sportivo Sant’Agata. L’appuntamento è fissato alle ore 16.15.
Ci sono da valutare le condizioni di Porcino e Dall’Oglio che hanno saltato rispettivamente l’ultima e le ultime due gare di campionato. All’orizzonte si prospettano un paio di settimane importanti perché contro i granata si continuerà a valutare il processo di crescita sul piano del gioco e contro gli aretusei si tornerà a misurare il livello della squadra contro un’altra delle favorite. Quella vista nelle prime quattro partite non è ancora una Reggina da primato. Lo dice la classifica ed anche il fatto che solo quella con il Sant’Agata sia stata una vittoria netta. A Barcellona Pozzo di Gotto il successo sulla Nuova Igea Virtus è arrivato con un rigore oltre il 90’ e contro il Ragusa si è rischiato seriamente di subire il pareggio.
Vincere in questo momento è però essenziale, al di là del tipo di calcio che si riesce ad esprimere. Il fatto che la squadra ci stia riuscendo anche senza brillare può essere un segnale importante e di fiducia. Come lo sono anche gli sprazzi di dominio che riesce a mettere in mostra. La prova di forza che si è vista nella prima fase del secondo tempo contro il Ragusa è stata sicuramente una circostanza incoraggiante. Ma non basta, soprattutto se non si riesce ad essere continui e la prima gara in cui non subisce gol in campionato è una evidenza statistica frutto prevalentemente dell’imprecisione degli attaccanti iblei.
Dire di cosa avrebbe bisogno la Reggina sarebbe un po’ come scoprire l’acqua calda: un gioco più fluido, una maggiore capacità realizzativa che non tenga in bilico le partite e una minore attitudine alle amnesie difensive. Requisiti da soddisfare se si vuole diventare una candidata alla vittoria finale. Che le potenzialità per fare bene, attraverso il lavoro e la crescita collettiva, ci siano tutte è un altro dato di fatto. Tra l’altro le ultime formazioni di Pergolizzi lasciano intendere che, salvo qualche variazione legata a circostanze e tipologia di partita da affrontare, si stia trovando una quadra che in questa prima fase possa assicurare una certa continuità tecnica. La sfida resta ovviamente quella di riuscire a reggere le pressione. Anche perché, seppur si siano giocate solo quattro partite, la notizia di questo momento è che la Reggina non è prima in classifica. Conta che lo sia alla fine, ma la concorrenza è agguerrita. Va detto che, in un ambiente dove la società non gode di simpatia assoluta e totale, la tifoseria presente allo stadio ha apprezzato l’impegno della squadra fino ad ora.
Alla fine di ogni gara quello che si può definire “abbraccio” con la Curva Sud, arrivato anche dopo il Ragusa, è uno dei migliori presupposti per il prosieguo della stagione. Ieri intanto è arrivata la rescissione con Antonino Pedalino. Il terzino, classe 2005, era arrivato in estate, senza mai trovare spazio.
Reggina: la vittoria c’è, il gioco ancora no
Pergolizzi ha ancora bisogno di trovare la quadra, incoraggiante l’abbraccio dei tifosi
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