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Reggina, chiuso un anno in agrodolce

Per i colori amaranto se n'è andato un anno solare che non può essere considerato esaltante, ma forse deve risultare migliore di quello che era stato il 2023. L’estate di un anno e mezzo fa aveva praticamente spazzato via la maggiore espressione calcistica di Reggio Calabria con la mancata iscrizione in Serie B. Dal settembre successivo è nata una faticosa opera di ricomposizione che, per il momento, non ha ancora portato ai risultati sportivi attesi. Il 2024, però, è stato l’anno in cui la Reggina ha ritrovato la sua identità. Era il 29 maggio quando la società del patron Nino Ballarino e del presidente Virgilio Minniti ha messo sul piatto 125.000 euro per acquistare il marchio dalla curatela fallimentare della vecchia società. Quella è stata probabilmente la data più importante dell’anno e forse anche l’ultimo momento in cui la tifoseria ha vissuto un giorno di vera ed incondizionata gioia. Il passaggio da La Fenice Amaranto (o Lfa Reggio Calabria) a Reggina è stato quello che ha innalzato le aspettative sul piano calcistico. Ed è lì che forse il bicchiere è mezzo vuoto, considerato che ci si aspettava di essere più avanti alla fine di quest’anno solare.
Nel primo semestre si è vissuta la fase conclusiva di una stagione che era nata compromessa. Il gruppo di Trocini era riuscito a trovare una buona continuità di risultati ed arrivare alla finale playoff. Una sfida persa a Siracusa e che, in base alle evoluzioni estive, non avrebbe comunque portato a nulla. Proprio gli aretusei, dopo il dominio del Trapani 2023-2024, sono diventati la squadra da battere nel girone I. Il tutto dopo un’estate dove si pensava la Reggina potesse essere la protagonista assoluta del mercato. Alla fine è stata costruita una buona formazione, ma che non sta avendo la forza per primeggiare come si immaginava e si sperava a Reggio Calabria. C’è da inseguire la Scafatese terza, il Sambiase secondo e il Siracusa primo (oggi a +7, ma con la possibilità di accorciare le distanze con il recupero). Tre formazioni che gli amaranto non hanno mai battuto o che sono diventate un’autentica bestia nera come nel caso degli aretusei. Nell’anno solare 2024 la Reggina ha affrontato tre volte il Siracusa (sempre in Sicilia) e tre volte ha perso. Un dato significativo, se si considera che in totale gli amaranto hanno rimediato solo sette sconfitte (le altre quattro con Trapani, Sant’Agata, Vibonese nella passata stagione e con la Scafatese in quella in corso). Nella speciale classifica del 2024 gli azzurri sono al comando e hanno conquistato 77 punti in 34 partite. Il bottino della Reggina seconda, anche a cavallo delle due stagioni, arriva a quota 65 ( con una gara in meno). Un -12 (potenziale -9) che, per il momento, conferma quello che è stato il gap di questi ultimi mesi a livello di continuità e capacità di imporsi in questa categoria. Se il 2024 è stato l’anno della rinascita e può andare in archivio come un anno di ripartenza, il 2025 dovrà essere quello dei risultati. Un anno a cui si chiede di portare in dote quello che sarebbe l’unico risultato positivo di questa stagione: arrivare a giocare in Serie C.

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