
La Reggina si gode il suo bomber. Bruno Barranco, classe 1997. Argentino di Buenos Aires, a Reggio ha preso casa in pieno centro: «Mi piace la città e nei momenti liberi amo passeggiare.
Successo pensante a Paternò. Perché si è sofferto più del previsto?
«È un campo ostico dove pure le altre grandi hanno rischiato. Abbiamo lottato fino al novantesimo e per fortuna siamo riusciti a conquistare i tre punti. La strada è quella giusta e ci auguriamo di continuare a vincere».
Vi attendono otto finali. Il ko della prima della classe ad Acireale ha riacceso le speranze?
«Ci abbiamo sempre creduto pure quando eravamo a meno sei. Nel calcio non ci sono risultati dall’esito scontato e speriamo che la capolista possa cadere ancora. Cercheremo di ottenere il massimo, a cominciare dal prossimo impegno. Possiamo superare l’attuale capolista e proveremo a regalare una gioia ai nostri tifosi».
Pensate ai playoff?
«No, a noi interessa il primo posto, siamo lì e non molliamo. Il gruppo è unito, l’ambiente fantastico”.
Ripensate alla sconfitta col Siracusa?
«Preferiamo guardare avanti. Anche il pari sarebbe stato un buon risultato, ma gli episodi non ci sono stati favorevoli. L’arbitro mi ha annullato una rete regolare e non so la motivazione. Nel secondo tempo siamo leggermente calati e i nostri avversari ne hanno approfittato. Ormai è acqua passata, il presente si chiama Akragas».
Si preannuncia una gara agevole?
«Va presa, invece, con le molle e cercheremo con l’aiuto del pubblico di portarla dalla nostra parte. Non vediamo l’ora di scendere in campo».
Magari arriverà l’acuto decisivo di Barranco?
«Se avrò l’opportunità di partire dall’inizio farò il possibile per segnare. Un attaccante vive per il gol e se ci sarà l’occasione giusta proverò a buttare il pallone dentro la porta. L’importante è battere la formazione siciliana e sarei contento anche se segnasse un mio compagno».
Che effetto fa il Granillo gremito?
«È uno stadio magico che ha vissuto anni fantastici in serie A. Vogliamo riportare Reggio tra i professionisti, in una categoria che rispecchia il blasone della città».
Con chi ha legato maggiormente?
«Non con uno in particolare, per me sono tutti amici».
Il 4-3-3 è a lei congeniale?
«Sì, il mister predilige il tridente e con l’aiuto degli attaccanti esterni rendo di più. Ho giocato pure col 3-5-2».
Il suo rapporto con Trocini?
«Ottimo, è un tecnico preparato che ci ha dato un’identità. Nessun problema anche col precedente allenatore con cui ero in sintonia».
Si rivede in qualche centravanti argentino del passato che ha militato in Italia?
«I vari Milito, Lautaro, Batistuta, Balbo mi hanno ispirato. Ancora rivedo le immagini in tv delle loro gesta. Martinez è un fenomeno ed ha trascinato l’Inter in testa alla Serie A».

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