«Posso affermare con certezza che tutto ciò che nel corso degli anni è accaduto a Gioia Tauro è sempre stato deliberato o avallato dai Piromalli e gli atti delittuosi erano a loro rapportati o dagli stessi disposti… è una delle cosche più feroci e potenti del mandamento tirrenico».
Si apre con questa dichiarazione la collaborazione di Francesco Trunfio con i magistrati della Procura antimafia di Reggio Calabria. Il nuovo pentito di Gioia Tauro ha iniziato a parlare con i pm della Dda alla metà dello scorso dicembre.
Tre verbali fitti di nomi e circostanze, alleanze tra clan della piana e atti criminali. Ammette di non avere mai «conosciuto il capo assoluto della cosca Giuseppe Piromalli detto “facciazza” né conosciuto o semplicemente visto Antonio Piromalli», ma su chi detta legge nella città del porto non ha dubbi.
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