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Rogo a San Ferdinando, in fuga dalle "baracche della morte"

Reggio Calabria, San Ferdinando

Giornata calma nella baraccopoli di San Ferdinando quella di oggi. Nessuna tensione si registra tra coloro che continuano a vivere tra tende e baracche dove, nell’incendio dell’altra notte, è morto il senegalese Moussa Ba di 29 anni. Da ieri molti che hanno i requisiti per entrare negli Sprar o nei Cas della regione stanno scegliendo di essere trasferiti.

Dopo i 20 migranti partiti ieri sera, oggi pomeriggio un altro gruppo di migranti verrà trasferito nei Cas di Mileto o di Isola Capo Rizzuto. Si tratta di braccianti stanchi di vivere nelle 'baracche della morte' nel ghetto di San Ferdinando dal quale ormai si fugge.

Il numero dei residenti è sceso - dicono i responsabili dell’ordine pubblico - anche perché la raccolta delle arance è quasi giunta al termine e molti nelle prossime settimane si trasferiranno in altre regioni per trovare lavoro nella raccolta dell’uva o dei pomodori.

Gli stanziali che resteranno qui saranno veramente pochi. La prefettura in queste ore è impegnata a trovare soluzioni abitative diffuse su tutto il territorio: una delle soluzioni sulle quali si punta per superare i campi di domicilio dei migranti.

Nel pomeriggio di oggi è prevista la partenza di un altro pullman dal commissariato di Gioia Tauro verso i Cas e secondo una prima stima coloro che hanno deciso volontariamente di partire sarebbero una trentina. Nella mattinata di oggi tra le tende e le baracche alcuni mediatori della Flai Cgil hanno lavorato in tal senso.

Le indagini per fare luce sull'ultimo incendio continuano con il coordinamento della procura della Repubblica di Palmi. Gli agenti della polizia lavorano nel riserbo con l’obiettivo di capire se l’origine delle fiamme che si sono portate via un’altra vita sia di origine dolose o accidentali, a causa di uno dei tanti fuochi che i migranti si accendono nella notte per riscaldarsi.

Sono 1.592 gli immigrati, di cui 1.070 nella baraccopoli. Lo fa sapere il Viminale. Dei 1.592, in 80 hanno diritto al Siproimi, il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (l'ex Sprar). Hanno aderito al trasferimento nei centri in 52, di cui 26 già trasferiti. I richiedenti protezione internazionale sono 669. Di questi, sono stati contattati in 326 per valutare il trasferimento in centri di accoglienza. In 162 hanno aderito ma si sono presentati solo in 11.

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