Braccianti agricoli romeni maltratti, sfruttati, le donne violentate il tutto per una paga di un euro l'ora. E' lo scenario venuto fuori da un'indagine dei carabinieri di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi, che hanno arrestato 3 persone, mentre per altre 2 è scattato l'obbligo di firma.
Le accuse sono di intermediazioni illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione.
Dalle indagini è emerso che gli indagati, negli ultimi due anni, avrebbero impiegato cittadini romeni e un maliano come braccianti agricoli in due aziende agricole dell’area pre-aspromontana, con paghe irrisorie (in media, meno di un euro per ora di lavoro) e in totale e continuata violazione di qualsiasi legge sul lavoro.
L'operazione, denominata "Dominus", è partita dalla denuncia presentata da un bracciante romeno. Nella denuncia, presentata nel settembre del 2017 ai carabinieri di Sant'Eufemia d'Aspromonte, il bracciante romeno aveva descritto le condizioni di sfruttamento cui veniva sottoposto, insieme ai suoi colleghi, dai suoi datori di lavoro.
Il bracciante, tra l'altro, aveva riferito di giornate di lavoro di 10-12 ore, compresa la domenica, e retribuite con una paga di un euro l'ora. I migranti, inoltre, venivano ospitati in alloggi di fortuna, malsani ed in precarie condizioni igienico-strutturali, ed in situazioni di grave promiscuità.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, diretta da Ottavio Sferlazza, hanno portato poi alla scoperta dei due episodi di violenza sessuale di cui sono rimaste vittime altrettante donne impiegate nei lavori agricoli ad opera, rispettivamente, di uno dei responsabili dell'attività di sfruttamento e di un altro bracciante.
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