È stato fissato per giovedì prossimo, 21 marzo, dalla Dda di Reggio Calabria, l'affidamento peritale sul fucile calibro 12 con cui sarebbe stato assassinato il 9 agosto del 1991, a Campo Calabro, il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Antonino Scopelliti.
L’arma, secondo quanto riferito da fonti investigative, è ancora nelle condizioni, stante lo stato di conservazione, di essere sottoposta alle prove tecnologiche ai fini dell’interesse probatorio. Come indicato da Maurizio Avola, pentito della cosca catanese della «famiglia Santapaola», autoaccusatosi di decine di omicidi, il fucile era stato trovato mesi orsono nella campagna catanese sotterrato all’interno di un contenitore metallico. Condizione che lo ha preservato dagli agenti atmosferici corrosivi.
L’indagine, sia pure a distanza di molti anni, confermerebbe anche le relazioni tra la 'ndrangheta, ed in particolare tra le cosche De Stefano, Piromalli e Pesce, e la «cupola» di Cosa nostra, allora diretta dal triumvirato Riina-Provenzano-Bagarella, che aveva già progettato l’attacco al cuore dello Stato con l’avvio della stagione delle stragi, in Sicilia e in Calabria, organizzando l’uccisione di magistrati, politici e personale delle forze dell’ordine.
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