Quattrocentocinquanta chilogrammi di cocaina, suddivisi in 420 panetti e del valore complessivo al dettaglio di circa 90 milioni di euro, sono stati sequestrati nel porto di Gioia Tauro dal Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di finanza nel corso di un'operazione eseguita in sinergia con la locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
La droga era nascosta in un container in transito proveniente da Paranagua e formalmente diretto a Port Said West (Egitto).
L'operazione che ha portato al sequestro del consistente quantitativo di cocaina è stata condotta sotto la direzione del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.
"Attraverso una complessa attività di indagine - riferisce la finanza in una nota stampa - eseguita tramite analisi di rischi e riscontri fattuali su 750 contenitori provenienti dal Sud America e supportata dalle sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stato possibile selezionare il container positivo contenente il prezioso carico di droga, occultato tra la merce lecitamente trasportata costituita da compensato di legname, e pronto per essere recuperato dai destinatari del carico".
Gli oltre 400 panetti che sono stati sequestrati sarebbero stati tagliati dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessi sul mercato, ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo, fruttando un introito di 90 milioni di euro.
Quello di oggi è il sequestro più ingente dall'inizio dell'anno al porto di Gioia Tauro, diventato crocevia del traffico internazionale di stupefacenti.
Lo scorso 15 gennaio, ancora una volta la guardia di finanza, intercettò un carico di 115,61 chili di cocaina pura. La droga, divisa in 100 panetti, era conservata in tre borsoni all'interno di un container che trasportava bobine di carta proveniente da San Antonio (Cile) e che, dopo aver effettuato uno scalo a Rodman (Panama), era diretto a Livorno.
La droga, una volta giunta a destinazione, e tagliata anche fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo, secondo la Guardia di finanza avrebbero fruttato 23 milioni di euro alle organizzazioni criminali di stampo 'ndranghetistico che operano nel settore.
Altro carico rilevante individuato e sequestrato a ottobre: 17 chili di cocaina purissima. La droga fu rinvenuta all’interno di un contenitore che trasportava semi di girasole, proveniente dal porto argentino di Buenos Aires e destinato in Libia.
Stavolta l’“oro bianco” era suddiviso in 16 panetti, occultati dai narcos in modo da essere recuperati celermente durante il viaggio.
I margini di guadagno per le ‘ndrine sono elevatissimi: un chilo di cocaina può essere infatti tagliato anche fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato delle piazze di spaccio di tutta Italia ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo.
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