Amore e odio con il boss Pasquale Condello. Il pentito Nino Lo Giudice, di scena giovedì in Corte d'Assise nel processo «'Ndrangheta stragista», ha ripercorso il lungo, intenso, periodo vissuto al fianco, o meglio al servizio, del “supremo”, del mammasantissima di Archi che lui stesso definisce «il “capo dei capi” della 'ndrangheta reggina, perchè è vero che Peppe De Stefano era il “capo crimine”, ma era Pasquale Condello a comandare». È il 2001 quando si intensifica il feeling tra “il supremo”, l'imprendibile latitante scovato dal Ros dell'Arma dopo una macchia infinita, e “il nano”, così come veniva individuato il capoclan di Santa Caterina e Tremulini per la sua statura piuttosto contenuta negli anni di militanza mafiosa. Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Reggio in edicola oggi.