Se per la strage della famiglia Borgese (il padre Remo di 48 anni e i due figli Antonio, 27, e Francesco, 21), avvenuta nella piazzetta adiacente la scuola primaria di contrada Spina nella tarda serata del 29 agosto 2012, il responsabile Francesco Ascone è stato condannato all'ergastolo, altri crimini sono rimasti nel buio.
La scia di sangue, che dal 2009 al 2012 ha colpito a morte l'intera comunità, ha avuto il suo tragico inizio nella mattinata del 28 settembre 2009, quando Gesuele Antonio Macrì, sposato con prole, venne freddato da anonimi sicari in contrada Franco del comune di Gioia Tauro, più precisamente davanti alla stazione di Rizziconi delle ex Ferrovie della Calabria, mentre era intento ad iniziare la sua usuale giornata lavorativa con il trattore.
L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio Calabria.
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