No alla proposta della Procura antimafia e revoca del provvedimento del Tribunale misure di prevenzione di Reggio (del 2011) con cui erano stati confiscati 102 beni di proprietà, o riconducibili, a Vincenzo Alvaro, 55enne di Sinopoli che a Roma aveva creato un impero economico (compreso il celebre Cafè de Paris di via Veneto nel mirino della Dda in un'indagine collegata) in virtù della sua vicinanza all'omonima cosca di 'ndrangheta, storicamente egemone a Sinopoli ma con forza e interessi in mezza Italia e all'estero.
Dopo le censure della Cassazione adesso anche la Corte d'Appello di Reggio ha dato ragione a Vincenzo Alvaro ordinandone la restituzione dei beni (quote sociali e patrimoni di svariate imprese societarie ed individuali, rapporti bancari, polizze assicurative, beni mobili ed immobili) sigillati dallo Stato 8 anni fa. Il provvedimento patrimoniale azzerato dai Giudici d'Appello di Reggio riguardava anche familiari e ipotetici prestanome, tutti reggini.
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