È stata rinviata al prossimo 17 ottobre l’udienza con il rito ordinario dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria sul «caso Miramare», lo storico albergo cittadino che secondo l’ipotesi accusatoria della Procura, il sindaco Giuseppe Falcomatà, e la sua Giunta avrebbero tentato di dare in affidamento all’imprenditore Paolo Zagarella, uno dei sostenitori di Falcomatà alle elezioni municipali del 2014.
Con l’accusa di falso e abuso in atti di ufficio, con Falcomatà sono imputati il vicesindaco Armando Neri, gli
assessori in carica Antonino Zimbalatti, Saverio Anghelone, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, gli ex assessori Agata Quattrone e Patrizia Nardi, il segretario generale del Comune, Giovanna Acquaviva, l’ex dirigente Maria Luisa Spanò e lo stesso imprenditore Paolo Zagarella.
Dopo la costituzione delle parti, il Pm di udienza Walter Ignazitto ha interrogato i primi testimoni dell’accusa, tra cui Vincenzo Vacalebre, capo di 'Alleanza calabrese', un movimento politico di destra, che era stato uno dei promotori della denuncia alla Procura della Repubblica contro Falcomatà e la sua Giunta comunale, da cui era scaturita l’inchiesta.
Vacalebre ha confermato alla pubblica accusa di avere promosso una protesta a fine politico contro Falcomatà dopo avere chiesto all’amministrazione comunale, inutilmente, di conoscere le procedure di assegnazione dell’immobile all’imprenditore Zagarella. Nel corso dell’udienza, il teste è stato anche sottoposto a interrogatorio dagli avvocati difensori di Giuseppe Falcomatà, Andrea Alvaro e Marco Panella.
Anche il consigliere comunale in carica di Fratelli d’Italia, Massimo Ripepi, è stato ascoltato come testimone nella vicenda, ricordando al pubblico ministero di avere riscontrato "imbarazzo" tra i dirigenti del Comune a fronte della sua richiesta di potere visionare l’atto amministrativo con cui si conferiva la gestione del «Miramare» all’imprenditore Zagarella.
Nello stesso processo, l’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Angela Marcianò, è stata condannata nei giorni scorsi con il rito abbreviato, e per gli stessi reati, a un anno di reclusione, pena sospesa.
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