Sì, no, forse. Si fa, non si fa, ne vale la pena, non serve. Raramente un'opera è stata più discussa del Museo del mare di Reggio. E lo sarà ancora per chissà quanto, adesso che il sindaco Falcomatà l'ha rispolverata con il “piumino” dei Contratti istituzionali di sviluppo che saranno firmati a dicembre.
Progettato dalla compianta archistar Zaha Hadid in “epoca Scopelliti” e poi accantonato dall'attuale amministrazione con la rimodulazione del decreto Reggio, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, quello che era stato immaginato come “fiore all'occhiello” della riqualificazione del waterfront è ora oggetto di un'inversione di rotta: «Noi le cose positive per la città non le buttiamo via di certo. E rispondiamo così a chi diceva che amministriamo con risentimento e non con sentimento», ha detto il sindaco sabato sera dal palco del “villaggio delle idee” sul lungomare.
Apriticielo. Immediatamente si sono scatenate le reazioni dal centrodestra.
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