«L'esito di tale rivalutazione di tutti gli elementi evidenziati, ma anche di altri, dal punto di vista del giudizio complessivo finale, è desolante». Lo scrivono i giudici della Corte di Assise di Appello di Roma nella motivazione della sentenza con cui hanno assolto Massimiliano Sestito e Francesco Pizzata dall'accusa di essere gli esecutori dell'omicidio di Vincenzo Femia, originario di Casignana nella Locride, ucciso a Roma il 24 gennaio 2013. In circa 30 pagine, scrive la Gazzetta del Sud in edicola, i giudici della II Corte romana non hanno ritenuto credibile il collaboratore di giustizia Gianni Cretarola: «Il suo racconto - si legge - è incerto in molti punti e a tratti palesemente incredibile, in aperto contrasto con le altre risultanze processuali».