Benvenuti nel nuovo ghetto dei migranti della piana di Gioia Tauro. Siamo in contrada Russo, nel comune di Taurianova, dove un centinaio di immigrati vive in condizioni disumane tra un casolare diroccato e baracche di fortuna. Un campo isolato dal resto del mondo, senza luce né acqua e circondato da montagne di immondizia. Sembra un déjà vu, un incubo del quale pensavamo di esserci liberati il 6 marzo scorso, quando le ruspe del Genio militare avevano raso al suolo la baraccopoli della vergogna nell'area industriale di San Ferdinando. Doveva essere il primo passo verso un ripensamento del sistema abitativo e di accoglienza degli stagionali africani. Nulla, però, è cambiato da allora, anzi se possibile è anche peggio. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio Calabria.