Migliaia di vermi che brulicano sulle carcasse di cani riposte dentro sacchi neri della spazzatura, a loro volta stipati dentro un vecchio freezer dei gelati dal quale fuoriesce una puzza nauseabonda. Non è un frame di un film horror ma lo scenario che, a distanza di venti giorni dal blitz interforze scattato per accertare le condizioni di estremo degrado documentate dalle associazioni animaliste e denunciate dalla Gazzetta del Sud in edicola, fa ancora da sfondo all'ormai ex canile rifugio “Metauria” di Carlo Pulice ed Enrica Raschiellà, struttura sulla quale incombe un'ordinanza di sfratto esecutivo, prorogata per consentire ai volontari di trovare uno stallo per i cani in attesa di adozione. Una circostanza raccapricciante e, anche questa volta, ampiamente comprovata che solleva molti interrogativi, in considerazione del fatto che sul posto, oltre ad essere già intervenuti i Carabinieri della Forestale, gli agenti della Polizia ecozoofila e quelli della Polizia locale di Gioia Tauro, da settimane stanno prestando la loro attività o sono comunque presenti gli animalisti di diverse associazioni, l'Enpa in primis, e - così come confermato dal responsabile provinciale dott. Giuseppe Giugno - i veterinari dell'Asp 5, area A.