C'è un filo rosso sangue che lega gli omicidi di Vincenzo e Giuseppe Priolo, i tentati omicidi di Giuseppe “Nuccio Brandimarte” e Giovanni Priolo e l'assassinio di Francesco Bagalà. Ne è convinto il gup del tribunale di Reggio Calabria che ha condannato a 30 anni di reclusione Alfonso Brandimarte, proprio per l'omicidio di Bagalà. Una convinzione che il giudice per l'udienza preliminare mette nero su bianco nelle motivazioni alla sentenza. Il gup parte da quanto stabilito dal tribunale di Palmi nel pronunciamento di condanna a carico di Vincenzo Perri, il giovane cioè che uccise nel luglio 2011 Vincenzo Priolo, dando il via alla faida con i Brandimarte. L'articolo completo nell'edizione odierna di Reggio della Gazzetta del Sud.