Una multa di 373,34 euro è quella comminata a Teresa Princi, giovane insegnante precaria di Taurianova, dalla Polizia municipale di Reggio Calabria. La colpa? Aver portato il suo cane, un Golden retriever di 10 anni di nome Lucio, a farsi curare in una clinica della città, facendosi accompagnare in auto dal padre.
Nel valzer delle ordinanze di contenimento e gestione dell'emergenza, secondo quanto riferito dalla ragazza, gli agenti non hanno voluto sentire ragioni, e a nulla sono servite le sue giustificazioni.
Lo scorso marzo, al cane di Teresa è stato diagnosticato un tumore che l'ha condannato a pochi mesi di vita. Mesi che però possono essere allungati seguendo un preciso piano terapeutico. Così la giovane, senza pensarci due volte, ha deciso di seguire i consigli del veterinario ed affrontare il tortuoso percorso di chemioterapia. Il trattamento a cui deve essere sottoposto Lucio, però, può essere effettuato solo in una specifica clinica veterinaria di Reggio Calabria, pertanto Teresa è costretta a spostarsi abitualmente.
Nonostante abbia la patente, l'insegnante non riesce a guidare in autostrada, così, giovedì scorso, nel giorno prefissato per uno dei cicli di terapia di Lucio, si è fatta accompagnare in macchina dal padre. Arrivati a Reggio, padre e figlia sono stati fermati ad un posto di blocco della Polizia municipale; dopo gli accertamenti di rito, è scattata la contestazione di essersi spostati in un comune diverso da quello di residenza e, senza ascoltare ragioni, i due multati.
«Mi è stato contestato - ha raccontato la ragazza - che avrei dovuto portare Lucio in una clinica vicino Taurianova, come se ce ne fossero, o che il cane avrebbe dovuto portarlo mio papà da solo, non capendo che un uomo di 73 anni non può gestire da solo un cane, malato, che pesa 50 chili».
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