Durante lo scorso weekend a Reggio Calabria è avvenuta l’ennesima rissa tra adolescenti che affollano la «movida» notturna sul lungomare Falcomatà. Il gravissimo episodio è stato immortalato dai passanti che hanno pubblicato un video su un noto social network. Nonostante le norme sul distanziamento sociale e nonostante la presenza puntuale delle forze dell’ordine, dispiegate proprio per contrastare il triste fenomeno, un numero imprecisato di giovanissimi si è azzuffato a calci e pugni.
L’episodio è stato commentato dal sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori. «L'indegna gazzarra scatenatasi tra giovanissimi sul lungomare di Reggio Calabria - ha spiegato - non ha niente di «reggino» nè di «calabrese», ma sa tanto di globalizzazione":: «La violenza, ancor più se di gruppo, come risoluzione a finanche scaramucce di poco rilievo, è una sorta di status symbol dei tempi correnti, alimentato da un sistema mediale filmico e ludico, come i videogiochi, laddove vince il più violento. Una tendenza - continua il sociologo - eradicata ormai in ogni angolo del mondo e che non riguarda soltanto i minorenni».
Per il presidente dell’Osservatorio «la crisi che pervade le istituzioni politiche, giudiziarie, religiose, ha creato una vera e propria anomia fra la gente, adolescenti compresi, per cui il «fai da te» a caratterizzazione violenta, è visto come dimostrazione della ragione. Mettiamoci, poi, il sempre più diradato controllo genitoriale e la «bomba» è innescata». «Occorre - osserva Marziale - un patto di intesa sempre più forte e credibile tra istituzioni educative, scuola e famiglia in primis. Servono esempi - aggiunge - adulti di riferimento ed è assolutamente importante che il sistema di controllo e di repressione mostri di avere muscoli d’acciaio, perchè le dimostrazioni di debolezza e i facili perdonismi finiscono inesorabilmente per alimentare questa tendenza, ascrivibile ben oltre la voce «devianza».
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