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'Ndrine a S. Ferdinando, annullate 5 condanne: nove pene confermate

Il tribunale di Reggio Calabria

Pene annullate dopo aver subito condanne severe con l'accusa di fare parte, seppure con ruoli diversificati, delle 'ndrine di San Ferdinando, delle cosche che operavano nell'orbita delle storiche dinastie mafiose di Rosarno. I Bellocco e i Pesce. Esclusa la contestazione accusatoria della partecipazione in associazione mafiosa, e seppure con la nuova rivisitazione in Appello di imputazioni residuali e marginali, la Corte Suprema di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna subita da Bruno Celi (difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Pasquale Galati), Silvio Albano (avvocato Giacomo Iaria), Francesco Di Bella (avvocati Carlo Morace, Francesca Aricò e Michele Novella), Giuseppe Albano (avvocato Guido Contestabile), Federico Morano (avvocati Pasquale Galati e Roberto Borgogno), «ordinando l'immediata scarcerazione se non detenuti per altra causa».

Nei loro confronti in primo grado (soprattutto) e in Appello erano state inflitte condanne pesati, e disposti anni di detenzione, perchè coinvolti nella maxi operazione “Eclissi”, condotta all'alba del 14 ottobre 2014 dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dai Carabinieri del comando provinciale reggino che ha ricostruito anche le infiltrazioni della 'ndrangheta nel Municipio di San Ferdinando (sciolto per mafia proprio all'indomani del ciclone giudiziario). Sei ricorsi sono stati dichiarati inammissibili dai Giudici Supremi della sesta sezione, confermando il verdetto della Corte d'Appello di Reggio: Giuseppe Schicchitano, 9 anni e 6 mesi; Giuseppe Gioffrè, 10 anni e 10 mesi; Pasquale Mazzeo, 12 anni e 8 mesi; Georgeva Viktoriya Trifonova, 8 anni e 8 mesi; Francesco Albano, 5 anni; e Ferdinando Naso. Rideterminata la pena a carico di Gregorio Malvaso a 15 anni, 11 mesi e 10 giorni; Antonio Cimato per 10 e e 10 mesi (e un nuovo processo in Appello dopo un annullamento parziale), Ferdinando Cimato a 14 anni e 8 mesi. Annullamento senza rinvio per l'aggravante mafiosa e nuovo processo d'appello per Pasquale Albano.

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