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'Ndrangheta, scavo del porfido e intimidazioni: gli affari a Trento del clan Serraino

Da Reggio alla conquista del Trentino. L'indagine “Perfido”, l'operazione dei Carabinieri del Ros (19 arresti su disposizione della Procura di Trento che ha operato in sinergia con la Direzione distrettuale antimafia di Reggio) che si è incastrata con la retata della Squadra Mobile “Pedigree 2”, consegna l'espansione a Trento della cosca Serraino, ma anche di rappresentanti delle famiglie mafiose Iamonte di Melito Porto Salvo e Paviglianiti di San Lorenzo.

In Valle di Cembra, e segnatamente a Lona Lases (paesino di 875 abitanti ma anche una delle zone del Trentino più attive per lo scavo del porfido, la cui estrazione era monopolizzata proprio dalle imprese espressione della mafia calabrese), gli affiliati dei Serraino gestivano una “locale” di 'ndrangheta in piena regola. Perchè riconosciuta dalla cupola reggina; perchè operativa secondo regole, riti e “modus operandi” tipici e tramandati, senza margine di discussione, da generazione in generazione dalla Calabria; e perchè ogni passo ed ogni decisione rilevante passava, e non poteva che passare, dal placet dello Stretto.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio

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