Si cercano risposte alle mille domande che corrono di bocca in bocca dopo l’omicidio dei coniugi di Calanna, ma il paese è attonito e muto di fronte a tanta violenza e a tanto dolore. La violenza che si è scatenata mercoledì mattina contro Giuseppe Cotroneo, 58 anni, e sua moglie Francesca Musolino di 51 anni, feriti a morte da due colpi di fucile (pare che la donna fosse lacerata da fianco a fianco e il marito anche alla testa). Sarà l’autopsia a dire a che distanza i colpi sono stati esplosi e quali organi vitali abbiano attinto (ma anche se si trattava di pallini o di pallettoni del fucile). Sconvolto il figlio Antonino: lui, che trasportava la “carriola” carica di olive, ha sentito due spari e nel ritornare all’oliveto ha scoperto la tragedia. «Brave persone e grandi lavoratori«. È la voce unanime che riecheggia al Policlinico Madonna della Consolazione, dove lavoravano come ausiliari Giuseppe Cotroneo e la moglie Francesca Musolino, uccisi a Calanna mentre raccoglievano olive. Incredulità e sgomento sono i sentimenti condivisi tra il personale amministrativo e sanitario della clinica reggina. «È impossibile credere che sia potuto succedere un fatto simile. Persone impeccabili dal punto di vista lavorativo che svolgevano le loro mansioni con garbo e professionalità». Leggi gli articoli completi sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio