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Gioia Tauro, distrussero l'auto del cognato della sorella per ripicca: patteggiano i fratelli Sposato

Si accaniti sulla vettura dell'uomo sparando con un fucile a canne mozze per vendicare i maltrattamenti subiti dalla donna

Hanno patteggiato e dovranno scontare quasi tre anni di reclusione i fratelli Sposato: Rocco (2 anni e 10 mesi), Cosma (2 anni e 6 mesi) e Pamela (2 anni e 4 mesi) erano stati arrestati lo scorso 1 agosto dagli agenti del Commissariato di Gioia Tauro (con il coordinamento della Procura di Palmi), con l'accusa di concorso in diversi reati. Su tutti il danneggiamento dell’auto di proprietà di Salvatore Cucinotta, (fratello del marito di Pamela Sposato) con l'uso di un fucile a canne mozze. Spari in luogo pubblico, detenzione illecita di cartucce calibro 12 e calunnia le altre accuse mosse in seguito all'episodio avvenuto a Rosarno il 10 giugno 2020.

Le indagini erano state avviate in seguito alla denuncia presentata da Pamela Sposato dopo una violenta lite avvenuta con il marito, accusato di aver utilizzato il denaro di famiglia per acquistare sostanze stupefacenti. Una circostanza che aveva indotto la donna a lasciare l’abitazione familiare insieme ai figli. Era stata anche l'occasione per denunciare una lunga serie di maltrattamenti: minacce, percosse e lesioni perpetrate dal marito e che la donna all'inizio riconduceva agli effetti della tossicodipendenza. Le violenze, però, le avevano più volte provocato lesioni ed ecchimosi “denunciate” come incidenti domestici una volta giunta in pronto soccorso (a Gioia Tauro e Polistena).

La ricostruzione degli inquirenti

Sin dalle prime ricostruzioni investigative è stato evidente che il danneggiamento poteva essere ricondotto a una vera e propria ritorsione messa in atto dai fratelli di Pamela Sposato, i gemelli Rocco e Cosma. Tesi che trovò un primo riscontro quando, nella notte dell'11 giugno 2020, gli agenti rinvennero, occultato tra i cespugli di San Ferdinando, un fucile calibro 12 e 7 cartucce. L’arma risultò peraltro modificata. Successivamente è stata proprio Pamela Sposato a confessare di aver architettato il piano vendicativo.

Nel prosieguo della indagini, oltre al coinvolgimento dei gemelli Rocco e Cosma, esecutori materiali del danneggiamento, era emerso che la sorella Pamela aveva intenzione di utilizzare qualsiasi espediente pur di allontanarsi dal marito e che i fratelli ritenevano avesse una relazione extraconiugale. Stando alle intercettazioni, Cosma affermava di voler uccidere l’amante della sorella e, laddove necessario, anche la madre e la sorella di quest’ultimo: «Non gli sparerò la macchina ma gli sparerò direttamente la testa», affermava testualmente. A distanza di poco più di 4 mesi dal loro arresto, i fratelli Sposato sono stati condannati in primo grado dal gup del tribunale di Palmi, scegliendo la strada del patteggiamento.

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