Il “buco nero” dei conti dal 2013 al 2019 resta ma da due anni i bilanci ci sono. I numeri dell'Azienda Sanitaria provinciale sono ovviamente negativi ma almeno sono certificati e almeno ci sono. Sembra una cosa normale ma all'Asp di Reggio non lo è visto che è una delle poche, forse unica, aziende sanitarie senza bilanci degli ultimi anni approvati.
Bilancio approvato
La commissione straordinaria formata da Giovanni Meloni, Carolina Ippolito e Domenico Giordano, ha approvato il documento finanziario previsionale per il 2021 e così come quello del 2020 la perdita finanziaria è considerevole. Quasi 40 milioni di euro in negativo «non in regola con gli equilibri di bilancio che impongono il pareggio».
Asp sottofinanziata
Ma che cosa è che provoca la perdita finanziaria all'Asp? I fattori sono diversi a partire dalle stesse perdite di esercizio che si sono accumulate oltre al mancato introito di tutta la quota del fondo sanitario regionale. Questo ha provocato “una illiquidità che non ha sempre consentito di far fronte ai pagamenti aumentando il contenzioso che sta determinando, anche se in modo più contenuto rispetto al passato, un aggravio della situazione di cassa”. In un riepilogo viene spigato bene come l'Azienda Sanitaria reggina è sottofinanziata con una differenza negativa di sette milioni di euro tra ricavi e uscite. Alla luce di questa situazione «si evince come nel corso degli anni la situazione sia peggiorata e conseguenza di tale situazione è il contenzioso che attanaglia l'azienda da diversi anni con il numero esagerato e sempre più crescente dei giudizi di ottemperanza con l'aggravante della nomina di commissari ad acta la cui voce complessiva che grava sul bilancio di 2,5 milioni di euro».
I contenziosi
Ma i commissari ad acta arrivano perché l'Azienda non paga e non riesce ad adempiere le obbligazioni risultanti dalle sentenze nei tempi previsti. Quindi arrivano altri ricorsi, altre condanne con tanto di interessi e la nomina di commissari da parte del Tar che non solo prelevano forzatamente le somme dal bilancio aziendale ma al tempo stesso devono essere pagati per il loro mandato. Si tratta di un cortocircuito senza precedenti che travolge ogni azione di ricostruzione analitica della situazione contabile attuale dal momento che ogni giorno arrivano nuovi contenziosi da ogni parte d'Italia. E proprio per questo la commissione straordinaria aveva proposto il dissesto finanziario per tracciare una linea tra il debito pregresso e la nuova gestione finanziaria.
Costi maggiori
Ma tutti sanno come è andata a finire perché l'ex commissario al pianto di rientro del debito sanitario regionale, Saverio Cotticelli, ha bocciato la proposta, facendo di fatto rimanere nel limbo l'Asp. Peraltro, neppure la successiva richiesta di un supporto specialistico di un soggetto di revisione contabile avanzata alla Regione ha avuto riscontri e l'Asp è rimasta alla deriva. Peraltro nel documento finanziario si evince che i costi sostenuti nel 2020 per far funzionare l'ente siano aumentare. È il caso ad esempio anche dell'esborso per l'acqua potabile: «La somma, pari a 600mila euro è incrementata di 200 rispetto al consuntivo del 2019 per la fornitura dell'acqua di diversi comuni; solo il Comune di Locri emette fatture per 300mila euro per dare l'acqua all'ospedale».
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