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Reggio, l'allarme dei commercianti: "La confusione regna sovrana"

È stato un Natale molto difficile per i commercianti reggini. Gli acquisti nel periodo di feste registrano un - 20% rispetto all’anno precedente con punte molto più alte per abbigliamento (attorno al 40%) e cura della persona, oltre che per pubblici esercizi e attività culturali obbligati alla chiusura.
Il presidente della Federazione Moda Confcommercio di Reggio, Lorenzo Labate, spiega le criticità vissute dal comparto messo in ginocchio dalla crisi pandemica. A livello nazionale, le stime della Federazione parlano di una flessione notevole dei fatturati nel comparto legata ad una contrazione dei consumi di oltre 20 miliardi, con più di 20 mila chiusure di punti vendita del fashion previste su un totale di circa 110 mila operatori. «A livello provinciale – spiega il presidente Labate – i dati sono ancora più preoccupanti come naturale conseguenza di un tessuto socio economico strutturalmente debole e già ampiamente provato dalla crisi. Assieme a tutti i colleghi eravamo in attesa dell’inizio dei saldi di fine stagione, che mai come quest’anno sarebbero dovuti servire a tamponare (il verbo è pertinente), le gravi perdite economiche. Saldi come momento per “incassare”, per fare quadrare i conti in un anno disgraziatissimo ma la confusione, purtroppo, come oramai triste consuetudine regna sovrana. Aperti il 4 gennaio. Chiusi il 5 e il 6. Apprendiamo oggi, chiusi sicuramente il 9 e il 10. Rossi, poi arancioni, poi gialli rafforzati».

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