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L'omicidio di Calanna, arrestato un cugino dei coniugi uccisi

Dalle prime indiscrezioni, il possibile movente sembrerebbe proprio legato a dissidi sulla proprietà del terreno

C'è un arrestato per il duplice omicidio, avvenuto il 9 dicembre scorso a Calanna, in provincia di Reggio Calabria, nel quale vennero uccisi i coniugi Giuseppe Cotroneo, di 58 anni, e Francesca Musolino di 51. Un’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto Flavia Modica. L’arresto è stato eseguito stamattina all’alba dai carabinieri della compagnia di Villa San Giovanni e del comando provinciale. Al termine delle indagini, in manette è finito un cugino della coppia, Francesco Barillà, che aveva un terreno confinante con quello di Cotroneo e Musolino. La coppia, da subito, era apparsa lontana dagli ambienti criminali della zona. Marito e moglie vennero uccisi a colpi di fucile mentre raccoglievano le olive. Dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe proprio legato a dissidi sulla proprietà del terreno il possibile movente del duplice omicidio avvenuto in un momento in cui il figlio delle vittime si era allontanato dal terreno dove stavano lavorando i genitori.

Il movente

L’interesse per un terreno che le vittime si sarebbero rifiutate ostinatamente di cedere, decretando la propria condanna a morte in un contesto in cui la "terra" e le contese che può scatenare rappresentano un motivo di contrasti spesso insuperabili che possono arrivare anche agli estremi più assurdi. E’ bastato dunque poco più di un mese di indagini ai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria e della Compagnia di Villa San Giovanni per individuare nel cugino delle vittime, il presunto responsabile del duplice omicidio. I carabinieri hanno intuito subito che l’uccisione di Giuseppe Cotroneo e Francesca Musolino, che non avevano mai avuto problemi con la giustizia, né erano mai stati legati ad ambienti della criminalità comune o organizzata, non fosse da inquadrare in un contesto di 'ndrangheta. E così hanno concentrato le indagini negli ambienti vicini alla coppia, familiari e non, ed ai possibili contrasti che potevano essere maturati in quest’ambito. Le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza presente sul luogo del duplice omicidio ed alcuni errori madornali commessi da Barillà, come quello di utilizzare per compiere l’agguato un fucile a lui intestato, hanno fatto il resto, indirizzando i carabinieri ed il pm della Procura reggina Flavia Modica, che ha diretto il lavoro degli investigatori, verso lo sbocco finale.

La conferenza

I dettagli delle operazioni che hanno condotto all’arresto sono stati resi noti durante una conferenza stampa (da remoto) a cura del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria e a cui parteciperanno il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, ed il procuratore della Repubblica Aggiunto, Gerardo Dominijanni, di Reggio Calabria. «Si é trattato di un’indagine tecnica - hanno detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e l’aggiunto Gerardo Dominijanni - che si é basata sulla conoscenza delle persone e dei luoghi. Una vicenda di mal vicinato, di parentele e di rancori pregressi». Un’indagine, quella della Procura, che ha avuto il sigillo del Gip, che ha emesso a carico di Francesco Barillà un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per duplice omicidio aggravato.

Le dichiarazioni del figlio dei coniugi assassinati

"Vado a casa a posare il fucile e poi torno". E’ questa la frase che ha messo i Carabinieri sulle tracce del presunto assassino dei coniugi Giuseppe Cotroneo e Francesca Musolino, uccisi a colpi di fucile lo scorso 9 dicembre a Calanna, in provincia di Reggio Calabria. Un omicidio avvenuto in campagna, dove marito e moglie stavano raccogliendo olive insieme al figlio, che si era allontanato per trasportare delle cassette e in lontananza aveva udito gli spari.

"Il figlio racconta che incrociando questa persona che era in macchina, chiedendo aiuto perchè qualcuno avrebbe ucciso i suoi genitori, la prima cosa che fa, non si ferma per prestare aiuto ma afferma "vado a casa a posare il fucile e poi torno". ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, durante la conferenza stampa tenuta in remoto, stamani, per illustrare i dettagli dell’arresto del presunto assassino, Francesco Barillà, un parente delle vittime.

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