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'Ndrangheta, scritte offensive contro il parroco del santuario di Polsi

Le scritte sono apparse su un muro lungo una strada provinciale

Frasi denigratorie ed offensive sono state scritte da ignoti contro Tonino Saraco, rettore del santuario di Polsi e parroco ad Ardore (RC). Qualcuno le ha lette su un muro lungo una strada provinciale e lo ha riferito al religioso che, appresa la notizia, si è recato nella locale stazione dei carabinieri dove ha sporto denuncia per diffamazione. A rendere noto l’accaduto, con un comunicato, è monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, che, a nome suo e della chiesa diocesana, esprime «piena fiducia, vicinanza e solidarietà» a don Tonino.

Il santuario di Polsi, situato nel cuore dell’Aspromonte, è un ruolo simbolo sia dal punto di vista religioso sia per il significato assunto nel tempo per la 'ndrangheta. Ogni anno, in estate, in occasione della festa della Madonna a cui è dedicato, il santuario diventa meta di migliaia di pellegrini provenienti dalla provincia di Reggio Calabria e dalla Sicilia, ma vi si ritrovano anche i capi dei clan che delineano le loro strategie e rinnovano le loro alleanze.

Nella ritualità della mafia calabrese la religione e i suoi simboli hanno del resto, un ruolo rilevante. Icone e santini sono utilizzati nelle cerimonie di affiliazione ed in altri riti.

«Ancora una volta - scrive mons. Oliva - viene scelta la via della diffamazione, per denigrare un sacerdote, che tanto bene opera sia al Santuario della Madonna della Montagna che nella parrocchia di Ardore Marina. Con gli insulti e la diffamazione - scrive ancora il vescovo - non si va da nessuna parte. Si lede la dignità della persona e si tenta di scoraggiare ogni proposito di bene». L’azione pastorale condotta da don Tonino, tanto in parrocchia quanto al Santuario della Madonna di Polsi, è un servizio religioso importante, che non ha niente a che vedere con altri interessi privati. Le sue attività sono dirette a privilegiare sempre il bene della comunità e non di singoli».

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