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L’urlo del vescovo di Locri: i calabresi hanno diritto alla salute

Da Siderno l’appello per la riattivazione delle strutture dismesse

Monsignor Francesco Oliva

Un messaggio forte e significativo, quello del vescovo della Diocesi Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, indirizzato ai manifestanti che si sono radunati ieri davanti all’ex ospedale di Siderno per chiedere ancora una volta, per l’ottava domenica, l’attivazione della Casa della salute a nove anni dalla concessione di un finanziamento di 9 milioni 760mila euro non ancora utilizzato. Parole che sono andate oltre al semplice richiamo alla necessità della Casa della salute, perché «i problemi non solo solo della gente della Locride e della Piana ma interessano tutta la Calabria. E, sia chiaro – ha detto il vescovo – non ci interessiamo di sanità per una questione politica; guai se si politicizzasse la sanità. Guai a far entrare in essa interessi esterni. Sappiano che la nostra Locride, la Piana, l’intera Calabria, stanno soffrendo a causa dell’espandersi del contagio. È per questo motivo che insieme a tutti voi desidero richiamare l’attenzione delle Istituzioni chiedendo che tutte le strutture sanitarie dismesse possano recuperare quel ruolo importante per il quale sono state edificate. Non sta a me, e non mi sento capace – ha aggiunto il presule – indicare la soluzione a un così grande problema, ma condivido l’impegno nel chiedere a gran voce il rispetto al diritto della salute».

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