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Reggio, uccise con la mannaia la tabaccaia ma "era capace d'intendere e volere"

In Corte d’Assise il perito ha confermato che l'uomo era nel pieno delle facoltà mentali

Sicat Billi Jay

Uccise, straziando il corpo della tabaccaia Mariella Rota con decine di copi di mannaia, nel pieno delle facoltà mentali. Lapidaria, oltre che argomentata e sviluppata scientificamente, la conclusione della relazione di perizia psichiatrica redatta dallo psichiatra Giuseppe Sciaudone incaricato dalla Corte d'Assise di accertare «le facoltà mentali» di Sicat Billie Jay, il 45enne filippino, ma reggino d'adozione che si rese responsabile - è reo confesso - della follia criminale consumata in via Melacrino il 30 luglio 2019 quando uccise la 66enne tabaccaia Mariella Rota perché stravolto dalla devastante ludopatia di cui era affetto. Davanti alla Corte, ed ai difensori dell’imputato, gli avvocati Demetrio e Maria Teresa Pratticò, ha ribadito: «Al momento del fatto (Luglio 2019) Sicat Billie Jay era pienamente capace di intendere e volere». Ed ancora: «Per l'inesistenza al momento dei fatti, così come nell'attualità, di vizio di mente rilevante ai fini forensi, la valutazione di pericolosità sociale del signor Sicat è unicamente di competenza della Corte». Il professore Sciaudone ha anche accertato i disturbi dell'uomo: «È affetto da disturbo della personalità di tipo paranoideo associato a gioco d'azzardo patologico» aggiungendo che si tratti di «un disturbo caratterizzato da forte sospettosità, mancanza di fiducia nel prossimo, aspettative di danno e da un atteggiamento guardingo e reticente». Ma allo stesso era allora, come lo ancora oggi, capace di intendere e volere.

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