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Da Pellaro ad Archi, estorsioni a tappeto. Tutta la città di Reggio nella morsa delle cosche

Operazione “Metameria“: le mazzette della ’ndrangheta

Una veduta aerea del centro di Reggio Calabria

Nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Tommasina Cotroneo c’è uno spaccato impressionante di come la ’ndrangheta strozzi l’economia edile reggina imponendo un pizzo che diventa un “peso” insopportabile per qualsiasi imprenditore. I magistrati della Dda hanno valorizzato le dichiarazioni di Francesco Berna, ex presidente regionale dell’Ance e rimasto impigliato nell’operazione “Libro Nero”, che ha squarciato il velo su una realtà che supera anche la più sfrenata fantasia. Berna – in uno dei tanti interrogatori – rivela che nel 2016, dopo l’avvio di un cantiere per la realizzazione di un complesso immobiliare a Valanidi, era stato avvicinato da Filippo Chirico (all’epoca reggente della cosca Libri). Quest’ultimo, su mandato di “quelli di Valanidi”, gli aveva chiesto il pagamento di centomila euro avvisandolo che, in caso contrario, la sua impresa non avrebbe più potuto lavorare in quella zona. Chirico, però, non si limitò solo alla “notifica” del pizzo da versare alla cosca padrona di quella zona, specificò pure le modalità del pagamento da effettuare: nessun pagamento doveva essere effettuato da Berna sino a quando non fosse stato scarcerato un elemento di quella ’ndrina.

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