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Delitto Cordì, rinviati a giudizio a Locri la compagna e i presunti complici

L’uomo fu tramortito e bruciato vivo sulla sua auto

Susanna Brescia, Giuseppe Sfara, Giuseppe Menniti e Francesco Sfara sono stati rinviati a giudizio davanti alla Corte d’assise di Locri all’udienza del 5 maggio per rispondere, a vario titolo e con modalità differenti, di omicidio aggravato, in quanto, in concorso tra di loro, avrebbero cagionato la morte di Vincenzo Cordì, il cui cadavere fu rinvenuto in località “La Scialata” di San Giovanni di Gerace l’11 novembre 2019. Il giudice ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Locri nei confronti dei quattro imputati, alla quale si è associata la parte civile, composta dalla madre e dalla sorella della vittima, rappresentate entrambe dall’avvocato Rocco Guttà.

Agli imputati la Procura contesta una serie di aggravanti, quali l’aver commesso il fatto «con premeditazione, costituita dall’aver realizzato il delitto dopo un considerevole lasso di tempo dalla sua ideazione, con la programmazione ordinata delle modalità e dei mezzi esecutivi», nonché «attraverso un mezzo insidioso, consistito nell’avergli dato fuoco dopo averlo tramortito, adagiato sul sedile anteriore destro dell’autovettura e cosparso, assieme alla stessa, di benzina». Alla sola indagata Susanna Brescia è contestata «l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti del compagno con essa stabilmente convivente». Inoltre l’accusa contesta alla sola Brescia anche l’aggravante dell’uso di un veleno.

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