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Locride, nel processo “Cerbero” inflitti dai giudici 250 anni carcere

Quarantotto condanne in abbreviato per le cosche nel Torinese

L'ingresso del carcere Lorusso Cotugno di Torino

Poco meno di 250 anni di carcere: a tanto ammontano le dure condanne inflitte dai giudici del Tribunale di Torino ai circa 65 imputati, molti dei quali calabresi originari della Locride, nell'ambito del processo "Cerbero" che si è svolto con rito abbreviato. Gli imputati erano accusati a vario titolo di reati collegati ad un vasto e articolato traffico di sostanze stupefacenti lungo l'asse Italia-Sudamerica. Nel corso del processo, comunque, come del resto è stato evidenziato dall'accusa, è emersa anche la presenza massiccia e radicata di alcuni potenti clan della 'ndrangheta nell'hinterland del capoluogo piemontese come gli Agresta, considerati dagli inquirenti a capo del "locale" di Volpiano, e gli Assisi, originari di Grimaldi - centro della provincia di Cosenza - alla guida del "locale" di San Giusto Canavese. La pena più elevata, 19 anni di reclusione, è stata inflitta ad Antonio Agresta, 48 anni, originario di Platì e omonimo di un altro imputato di 61 anni. Il processo "Cerbero" è il mix di diverse inchieste compiute in Piemonte dai carabinieri e dalla guardia di finanza, e, nell’ottobre del 2019, sfociate poi in numerosi arresti.

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