I fedelissimi di Maurizio Cortese. L’ex capo delle nuove generazioni della cosca Serraino, che ha saltato il fosso transitando tra i ranghi dei collaboratori di giustizia dopo l’arresto subito nell’operazione “Pedigree” nel mese di luglio 2020, disponeva di una sorta di cerchio magico, di gente a sua disposizione per consentirgli la latitanza (si dileguò in attesa che diventasse definitiva la sentenza di condanna “Epilogo” e scovato a cavallo tra agosto e settembre 2017 in un appartamento-rifugio sul viale Europa), provvedere alle sue esigenze economiche, e soprattutto della sua famiglia, nell'ultimo periodo di detenzione. Una rete di fiancheggiatori che Maurizio Cortese utilizzava anche per continuare ad esercitare il ruolo da boss emergente nonostante fosse recluso.
Leggi l’articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud