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Reggio, la gang della droga tra Guarna e Cariddi: 25 indagati

Chiusa l'indagine “Sbarre”, l'operazione della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che aveva colpito una gang della droga (due cellule che operavano in autonomia ma "senza pestarsi i piedi a vicenda") che aveva conquistato la principale piazza dello spaccio nello storico quartiere di Reggio sud, Sbarre, tra i rioni Guarna e Cariddi. Il provvedimento di chiusura indagini preliminari, a firma dei Pubblici ministeri Diego Capece Minutoli e Walter Ignazitto, è stato notificato a 25 persone. Che avranno adesso 20 giorni di tempo per farsi interrogare o controbattere alle pesanti accuse con documentazioni difensive.

A carico dei componenti degli arrestati, a vario titolo, le accuse di associazione (due distinte) finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente o psicotrope, produzione traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, sequestro di persona aggravato, lesioni personali aggravate, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, detenzione e porto illegale di armi clandestine.

Nell'indagine “Sbarre” anche una vicenda di inaudita violenza da inquadrare nelle barbare regole dello spaccio di sostanze stupefacenti: i capi della gang erano pronti a tutto pur di riavere indietro una ventina di dosi di cocaina (valore di 2.000 euro circa) che due ragazzini pusher, 13 anni o poco più, tossicodipendenti, avevano osato rubare, per poi rivenderle, dai nascondigli che l'organizzazione aveva ricavato tra i ruderi del loro quartiere generale criminale. Non solo li avevano presi in ostaggio, li avevano legati ad una sedia con il filo di ferro che gli serrava le caviglie, ma li avevano picchiati e minacciati «di ucciderli con tutta la famiglia». Intercettati dai Carabinieri, uno dei capi della gang si rivolge ad uno dei suoi complici: “Calateli nell'acido a tutti e due, non voglio sapere più niente, ed ammazzateli a tutti e due”.

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