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Siderno, Vincenzo Macrì “uomo di garanzia”

Le motivazioni della condanna del 56enne figlio del “boss dei due mondi”

Vincenzo Macrì

«Lo “spessore criminale” di Macrì ha come cartina di tornasole il fatto di essere riconosciuto dai consociati proprio in detta veste criminale e di essere unanimemente riconosciuto, tanto a Siderno e zone limitrofe che in Canada, quale uno dei pochi affiliati di vertice in grado di porsi come “uomo di garanzia e di fiducia” al fine di evitare che l’uccisione di Carmine Verduci (referente dei Coluccio/Aquino) possa degenerare in una faida interna tra i rappresentanti in Canada del gruppo Figliomeni/Commisso e quelli del gruppo Aquino/Coluccio che lì hanno “iniziato insieme e mangiato (e mangiano) insieme”». È quanto scrivono i giudici della Corte d’appello di Reggio nella motivazione della sentenza di condanna di Vincenzo Macrì a 15 anni con l’accusa di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso, con uno sconto di 5 anni rispetto al primo grado. Il processo a carico del 56enne Macrì, originario di Siderno, figlio del defunto Antonio Macrì soprannominato “boss dei due mondi”, è uno stralcio del troncone dell’ordinario di “Acero – Krupy”.

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