La questione non è più isola pedonale sì o no, chiusure sì o no, doppio senso sul lungomare sì o no. Ora investe anche il clima d’odio che troppo spesso si respira, l’uso distorto (e illegale) dei social e la reazione di un amministratore che legge una raffica di insulti (nella migliore delle ipotesi) e minacce (di morte, nella peggiore). D’altronde il limite è stato superato da tempo e quella di ieri è l’ennesima conferma. «Leggere cose di questo tipo però, credetemi, fa male e ferisce», dice il sindaco Giuseppe Falcomatà. Che – e manco questa è, purtroppo, una novità – diventa il bersaglio preferito di chi “leone” non può essere definito neanche “dietro una tastiera”. È un’antologia di volgarità, bassezza, decadimento culturale e chi più ne ha più ne metta il campionario di messaggi ricevuti su Facebook che lo stesso Falcomatà, nel caldissimo pomeriggio di ieri, ha ritenuto di rendere pubblici. E si tratta «solo di quelli pubblicabili», precisa. A scatenare un ingiustificabile odio è il provvedimento che chiude al traffico una parte di corso Matteotti, consentendo l’allestimento – per la verità non ancora avvenuto – di dehors e gazebo nel “cuore” di una città pronta a ripartire dopo mesi di chiusure e coprifuoco. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio