No al giudizio immediato (procedimento penale speciale caratterizzato dalla mancanza dell'udienza preliminare e in presenza tra i requisiti dell'evidenza della prova o di un provvedimento di custodia cautelare in carcere o domiciliare) per Antonino Castorina, l’ex consigliere comunale e capogruppo del Partito democratico a Palazzo San Giorgio accusato di aver ottenuto il voto alle ultime elezioni anche di persone defunte o invalide, e il suo entourage elettorale (Carmelo Giustra, Giuseppe Saraceno, Antonio Covani, Francesco Laganà, Simone D'Ascola e Fortunato Antonio Morelli).
Il Gip, Stefania Rachele, ha infatti rigettato la richiesta avanzata dall'Ufficio di Procura ordinando «la trasmissione degli atti al Pm richiedente», dopo avere evidenziato come avesse «esercitato l'azione penale attraverso le forme del rito immediato, fondando la scelta su una serie di ragioni: l'evidenza della prova, la sottoposizione ad interrogatorio di tutti gli imputati; la sottoposizione degli imputati alle misure cautelari degli arresti domiciliari e della misura interdittiva; la sottoposizione dell'indagato Giustra - unico non sottoposto a misura cautelare - ad interrogatorio; la connessione con i reati per i quali sono state applicate le misure cautelari». Tutti elementi non sufficienti però, secondo il Gip, per disporre il processo immediato.
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