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Scilla, lo shock del sindaco dopo lo scampato sequestro

Sono turbato per la mia famiglia e voglio capire se c’è pericolo per la mia sicurezza personale. Ma non ho paura

Pasqualino Ciccone, sindaco di Scilla

«Sono turbato per la mia famiglia e voglio capire se c’è pericolo per la mia sicurezza personale. Ma non ho paura. Con gli avvocati abbiamo deciso di leggere prima le carte ed eventualmente chiedere un colloquio con gli inquirenti proprio al fine di verificare se ci sono problemi di sicurezza».

Non intende rilasciare altre dichiarazioni il sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, il cui nome è tra le intercettazioni riportate nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari dell’operazione “Lampetra” con la quale gli inquirenti hanno ricostruito la rete dello spaccio di droga tra Scilla, Bagnara e Villa, con centro di imputazione dell’organizzazione mafiosa proprio nel comune di Ciccone.

Tra le circa 500 pagine di ordinanza anche un’intercettazione in cui l’indagato numero uno dell’operazione (finito in carcere), Carmelo Cimarosa, riferimento della cosca “Nasone-Gaietti” di Scilla, parla con un interlocutore non identificato dagli inquirenti e programmano il sequestro del futuro sindaco Pasqualino Ciccone, al fine di ottenere la concessione di un tratto di spiaggia: i due avrebbero dovuto, incappucciati, prelevare Ciccone e portarlo fino a Melia per indurlo a dare in concessione il tratto di spiaggia da loro voluto. «Se non lo fai - dicono di voler intimare al prossimo primo cittadino - una botta in testa la prossima volta ed è finito il film. E ci facciamo dare qualcosa in spiaggia».

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