Una firma, Zaha Hadid, e un nome, Centro delle culture del Mediterraneo, che dicono tutto sulle ambizioni di Reggio: attraverso il recupero del millenario rapporto con il mare e grazie ai fondi del Pnrr (finanziati 53 milioni di euro), la città dello Stretto insegue una rivoluzione urbanistica e d’immagine che sta prendendo forma proprio in queste settimane. Conclusa la tre giorni tecnico-politica dedicata alla mega-opera inserita dal governo tra i 14 progetti strategici del Piano per i grandi attrattori culturali, si pensa già – subito dopo Ferragosto – ad aprire la fase di ascolto delle categorie cittadine, degli ordini professionali, delle associazioni di rappresentanza del mondo dell'impresa, della cultura, del turismo.
Si punta alla più ampia condivisione sulla base di un’idea di massima: la linea voluta dall’amministrazione Falcomatà per l’opera certamente più simbolica, tra quelle finanziate con il Recovery, è tracciata. «Vogliamo ragionare da subito sull’utilizzo del Museo del mare e quindi tutte queste fasi andranno di pari passo rispetto al processo gestionale, anche con riferimento all’opportunità di realizzare un acquario che in realtà è qualcosa di ben più complesso, ovvero un centro studi di biologia marina, aperto al confronto con il mondo dell’Università e quindi un luogo per l’approfondimento, lo studio, la formazione e la verifica nell’ambito di percorsi scientifici di alto profilo», spiega il sindaco.
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