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Reggio Calabria, infiltrazioni della 'ndrangheta nella sanità: scattano arresti e sequestri. Il business del Covid

I particolari dell’operazione “Inter Nos” saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30

I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., sotto il coordinamento della locale Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, dalle prime luci dell’alba, stanno eseguendo numerosi provvedimenti cautelari personali e patrimoniali, con il supporto di altri Reparti del Corpo, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Livorno, Verona e Milano.

L'inchiesta

I provvedimenti giudiziari rappresentano l’epilogo delle indagini condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.C.I.C.O., tese a contrastare l’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia.

Sanità e sequestri

Il prevalente settore di infiltrazione è quello degli appalti della sanità, nell'ambito dell'operazione sono scattati diversi sequestri a imprese per un valore complessivo di 12 milioni di euro e 17 misure cautelari. 

C'è anche il consigliere regionale della Calabria Nicola Paris tra gli arrestati, questa mattina, nell’ambito di una operazione "Inter nos" condotta dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria sugli appalti nella sanità. Paris, 40 anni, è stato eletto con oltre 6500 preferenze nella lista Santelli Presidente, nella coalizione di centrodestra. Nicola Paris si trova agli arresti domiciliari con le accuse, a vario titolo, di turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti, associazione per delinquere semplice.

Tra i soggetti raggiunti dalle misure cautelari figurano anche alcuni funzionari dell'ufficio gare e appalti dell'azienda sanitaria provinciale e due ex commissari dell'ente sanitario.

Il business delle sanificazioni e delle mascherine

Coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua, l'inchiesta ha fatto luce su un’associazione a delinquere finalizzata al condizionamento degli appalti per le pulizie e alle varie proroghe degli affidamenti. Gli inquirenti hanno scoperto tutta una serie di corruzioni finalizzate al pagamento privilegiato di fatture. Sono emersi elementi, inoltre, su illeciti legati alle sanificazioni e alle mascherine nel periodo della pandemia.

Paris è accusato di essere stato vicino a soggetti legati alla 'ndrangheta di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria. In particolare, secondo la Procura di Reggio Calabria, si sarebbe impegnato per la conferma di un funzionario infedele che avrebbe favorito i clan. Tra gli arrestati, infatti, ci sono anche alcuni funzionari dell’Asp come il direttore finanziario dell’Azienda sanitaria provinciale. Complessivamente, la guardia di finanza ha eseguito 16 arresti e una misura cautelare. Nove di questi sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Karin Catalano su richiesta della Dda e della Procura ordinaria e sette sono finiti agli arresti domiciliari, tra cui il consigliere regionale Nicola Paris, mentre per un indagato è stata disposta l’interdizione.

Tutti gli indagati

Chilà Domenico, cl.’63
Chilà Antonino cl. 67
Lauro Giovanni cl. ‘77
D’Andrea Antonino cl. ‘85
Zaccuri Angelo cl. ‘56
Martorano Bruno cl. 75
Delfino Lorenzo cl. ‘67
Piccolo Sergio cl. ‘77
Valente Gianluca cl. ‘75
D’Andrea Mario Carmelo cl. ‘55
Costantino Antonio cl. ‘67
Costarella Massimo cl. ‘64
Macheda Francesco cl. ‘49
Calabrò Nicola cl. ‘ 50
Corea Giuseppe cl. ‘69
Ambrogio Filomena cl. ‘57
Luvarà Fortunato cl. ‘51
Galletta Giusepep Giovanni cl. ‘58
Pennestrì Rosalba cl. ‘57
Idà Salvatore cl. ‘64
Minniti Angela cl. ‘63
Squillacioti Grazia Rosa Anna cl. ‘50
Sarica Francesco cl. ‘51
Paris Nicola cl. ‘81

In carcere

In carcere sono finiti Domenico e Antonino Chilà, Giovanni Lauro, Antonino e Mario Carmelo D'Andrea, Francesco Macheda, Nicola Calabrò, Massimo Costarella e Giuseppe Corea

Domiciliari

Mentre sono stati disposti i domiciliari per Filomena Ambrogio, Angelo Zaccuri, Lorenzo Delfino, Sergio Piccolo, Gianluca Valente, Salvatore Idà, Nicola Paris

Altri provvedimenti

Giuseppe Giovanni Galletta (sospensione dal pubblico ufficio)

L'operazione Inter Nos

L’operazione in rassegna - denominata “Inter Nos” - costituisce l’epilogo delle complesse indagini condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale I.C.O., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale. L’attività investigativa svolta ha permesso di accertare che i servizi di pulizia e sanificazione delle strutture amministrative e sanitarie ricadenti nella competenza territoriale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria sono stati affidati ad individuate società, i cui membri, risultati essere “legati” a varie consorterie criminali operanti nel territorio della Provincia di Reggio Calabria (articolazioni di Reggio Calabria, Locri e Melito di Porto Salvo), mediante un distorto utilizzo del sistema della proroga del rapporto contrattuale, in assenza di alcuna procedura di evidenza pubblica, sono riusciti per anni a proseguire artificiosamente il rapporto con l’ente appaltante.

Dopo innumerevoli proroghe illegittimamente concesse, viene indetta una gara per l’affidamento del medesimo servizio che verrà aggiudicata, grazie ad un collaudato sistema di corruttela, alle stesse società, nel frattempo riunitesi in A.T.I.; indebite dazioni che, lungi dall’esaurirsi con l’aggiudicazione dell’incanto, sono state elargite in maniera continuativa e sistematica al fine di mantenere saldo nel tempo il pactum sceleris con questi siglato.

Per come emerso, il sodalizio investigato, al fine di poter fornire lecita giustificazione agli ammanchi di denaro dalle casse sociali connesse alle indebite elargizioni, era solito fare ricorso a false fatturazioni emesse da imprese compiacenti, con le quali erano sono in essere, altresì, leciti rapporti commerciali.

Nel corso delle investigazioni, inoltre, sono stati cristallizzati specifici episodi di corruttela che hanno coinvolto anche il Direttore della Struttura Complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell’A.S.P. di Reggio Calabria, in capo al quale sono state accertate indebite dazioni di denaro e altre utilità (un costoso Smartphone) da parte di taluni degli imprenditori investigati, in rapporti di reciproci vantaggi, concretizzatisi per questi ultimi in una “corsia preferenziale” per il pagamento delle prestazioni rese.

Il rapporto del citato Direttore con gli indagati era diventato così stretto che gli stessi si sono attivati al fine di consentire a questi di ottenere una proroga nell’incarico di prossima scadenza, il tutto attraverso l’intermediazione di un consigliere della Regione Calabria (attinto da misura cautelare degli arresti domiciliari) - la cui campagna elettorale era stata, tra l’altro, sostenuta da alcuni degli indagati medesimi. L’attività svolta ha altresì permesso di rilevare come le componenti l’ATI abbiano svolto con modalità difformi da quelle previste i servizi straordinari di sanificazione e disinfestazione - affidati dall’ASP a seguito del diffondersi dell’epidemia da nuovo coronavirus - da effettuarsi presso i diversi presidi ospedalieri della Provincia di Reggio Calabria.

Ancora, è stato accertato che gli indagati, in piena crisi pandemica, si appropriavano indebitamente dei dispositivi di protezione individuale anti-COVID19, sottraendoli finanche al personale sanitario impegnato in occasione dell’emergenza nonché si sottoponevano indebitamente alla relativa vaccinazione (prevista, all’epoca dei fatti, solo per individuate categorie). Da ultimo, sono state acclarate condotte estorsive poste in essere da alcuni indagati, i quali pretendevano da individuati dipendenti la restituzione di una quota parte mensile dello stipendio da questi percepito (pari a circa 250 euro, ogni mese). L’attività in rassegna testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza nel delicato settore del contrasto alle organizzazioni criminali di matrice ‘ndranghetistica, nonché alle proiezioni ed infiltrazioni mafiose nell’economia legale in genere.

 

 

 

 

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