L’idea avrebbe consentito di potenziare il flusso di acqua nella rete della zona sud della città. Il Comune ha bussato alle porte di Ferrovie dello Stato per accedere alla sorgente che alimenta i pozzi di Modena. Risorse idriche preziose e inutilizzate. Un primo incontro in Prefettura si è anche svolto, adesso si attende la seconda fase quella operativa. Ma nonostante la sete e i disagi ancora non è stato calendarizzato l’incontro. Ma ogni giorno in più passato con i rubinetti a secco pesa sulle spalle dei cittadini.
Eppure, sottolinea il movimento La Strada che fa capo al consigliere comunale, Saverio Pazzano: «Abbiamo rilevato con chiarezza come l’Amministrazione Comunale fosse a conoscenza da mesi delle problematiche relative alla gestione idrica. Se oggi siamo in emergenza non è per un caso del destino, ma per una strutturale assenza di programmazione che non salva alcun settore del Comune. Non certo per assenza di personale, come si vorrebbe continuare a far credere, né per questioni burocratiche, alibi sempre utilizzato dagli amministratori locali, ma per una precisa inadempienza politica nel dare visione, ordine, priorità, chiarezza, programmazione».
E invece sembra «che l’unico piano del Governo della città sia aspettare che le piogge aiutino l’emergenza. Adesso l'emergenza è arrivata al punto di non ritorno. Ha superato ampiamente il livello di guardia - le parole dell'assessore - in questi giorni, ci dicono senza possibilità di replica che avevamo ragione quando mesi fa sollevavamo le criticità con proposte concrete. Ma con la ragione non ci si lava, la ragione non si beve».
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