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Reggio, maxi operazione "Antibes". Processo da rifare in Appello

La Corte di Cassazione ha annullato a favore di tutti gli imputati ricorrenti

La villa di Cap d’Antibes in Costa Azzurra dove i poliziotti della “Catturandi” della Squadra Mobile incastrarono il latitante Giovanni Franco

Da rifare il processo d'Appello “Antibes”, nato dall’omonima indagine condotta dalla Squadra mobile con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia che aveva acceso i fari sulle attività delittuose dalla cosca “Franco”, operante tra Pellaro, Bocale e il vicino comune di Lazzaro di Motta San Giovanni.
Indagine “Antibes” che fu il prosieguo della lunga e paziente opera di ricerca dell’allora latitante Giovanni Franco, rintracciato e arrestato in una lussuosa villa a Cap d’Antibes in Costa Azzurra dove si era rifugiato per sottrarsi alla condanna definitiva a 11 anni e 4 mesi subita nel processo “Chalonero”.

La seconda sezione della Corte Suprema di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza a carico di undici persone: Cosmo Montalto (classe 1971) a 6 anni; Natale Cozzupoli (classe 1945) a 12 anni; Francesco Cozzucoli (classe 1946) a 8 anni; Nicola Domenico D’Ascola (classe 1970) a 6 anni; Giuseppe Oliva (classe 1949) a 6 anni; Antonio Giuseppe Franco (classe 1944) a 8 anni; Alfredo Dattola (classe 1952) a 7 anni; Giovanni Franco (classe 1947) a 12 anni 5 mesi e 10 giorni di reclusione; Paolo Franco (classe 1979) a 8 anni; Vincenzo Cicciù (classe 1963) a 6 anni e 6 mesi; e Alessandro Pavone detto “Sandro” (classe 1978) a 6 anni e 6 mesi. Per tutti loro i Giudici Supremi hanno disposto un nuovo processo di secondo grado in una sezione diversa di Corte d'Appello a Reggio che dovrà rivalutare il cuore dell'accusa - l'associazione mafiosa - a carico degli imputati, per aver fatto parte della presunta cosca Franco con ruolo chi di apice, di partecipe, e chi da fiancheggiatore dei capiclan.

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