Prime, seconde e terze dosi. La campagna del Gom ritrova i pazienti fragili individuati dai reparti di appartenenza che li hanno in cura; soggetti che hanno inaugurato, per le loro particolari condizioni di salute, la campagna in tutta Italia e che oggi, per gli stessi motivi di sicurezza, la scienza medica ha scelto quale categoria prioritaria e bisognosa del richiamo.
Ma la novità non riguarda solo le terze dosi, forse ancora di più chi finora ha detto no al vaccino anti-Covid. «Siamo oggi qui perché obbligati dalla decisione del Governo, per la quale, senza green pass, ci troveremmo di fatto totalmente fuori dal mondo del lavoro», dice più di uno, chiedendo l’anonimato.
Sulla stessa scia, un giovane lavoratore aggiunge: «In tutto questo periodo sono andato avanti a tamponi, ma non è possibile farne uno ogni due giorni; ero arrivato veramente al punto limite e quindi anche io mi sottoporrò al vaccino».
Voci che raccogliamo al centro vaccinale del Grande ospedale metropolitano reso particolarmente funzionale nel momento in cui si è presentata la necessità di rispondere alla messa in sicurezza del maggior numero di persone. Ed ecco ancora una giovane donna; si chiama Anna e sembra terrorizzata.
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