«Nel luglio 2019 avevano avuto una brutta litigata, mio fratello aveva detto a mia madre “questa prima o poi mi ammazza...”. Avevano avuto una discussione ai primi di luglio perché lei aveva scoperto il tradimento di mio fratello». È uno dei passaggi più intensi della testimonianza resa ieri mattina da Rosamaria Cordì davanti alla Corte di Assise di Locri, dove si sta celebrando il processo per l’omicidio del fratello Vincenzo Cordì, rinvenuto cadavere a novembre del 2019 in località La Scialata del comune di San Giovanni di Gerace. Nel processo sono imputati Susanna Brescia, Giuseppe Sfara, Giuseppe Menniti e Francesco Sfara chiamati a rispondere, a vario titolo e con modalità differenti, di omicidio aggravato, in concorso tra di loro. La testimone, rispondendo alle domande del sostituto procuratore Marzia Currao, ha raccontato dei rapporti tra lei e il fratello, che erano molto confidenziali fino a quando non è apparsa la nuova compagna, l’attuale imputata, con la quale non si sono frequentati in maniera assidua.
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