L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, é stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo «Xenia», svoltosi a Locri, in Tribunale, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti.
La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi).
Lucano, noto per le politiche di accoglienza dei migranti che lo avevano reso famoso in tutto il mondo, era stato arrestato il 2 settembre 2016 nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza in merito a presunte irregolarità nella gestione del sistema d’accoglienza dei migranti. I reati contestati dalla Procura di Locri erano di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Inoltre, l'ex sindaco dovrà anche restituire 500 mila euro riguardo i finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal Governo.
«Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione». Lo ha detto Domenico Lucano, a commento della sentenza con cui il Tribunale di Locri lo ha condannato a 13 anni e due mesi di reclusione. «Grazie, comunque, lo stesso - ha aggiunto - ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica. Ho speso la mia vita per rincorrere ideali, contro le mafie, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, ho contribuito al riscatto della mia terra, ma oggi per me finisce tutto. Non so se per i delitti di mafia ci sono sentenze così pesanti. Ho speso la mia vita rincorrendo ideali, contro le mafie. Mi sono schierato dalla parte degli ultimi, contribuendo al riscatto della mia terra, ma oggi per me finisce tutto. Non so a delitti di mafia sono abbinati sentenze così pesanti».
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