È stato un sussulto estemporaneo o può essere considerata la svolta vera per arrivare alla realizzazione del Museo del Mare? A luglio l’annuncio al Comune della ripresa dell’iter per la costruzione della grande opera che è ferma da oltre dieci anni. Da allora, però, tutto si è arenato. Non certo per colpa del Comune ma per una serie di attività che passano lungo l’asse Roma-Reggio. Era arrivata dal ministero delle Infrastrutture la richiesta del codice unico progettuale, un provvedimento tecnico che faceva presagire il definitivo via libera per iniziare nuovamente con la progettazione. Poi il silenzio. E questo silenzio è sostanzialmente provocato da un passaggio che è allo stesso tempo formale ma anche sostanziale e che di fatto impedisce all’amministrazione comunale di procedere con la ripresa di tutto il vecchio progetto.
Questo decreto sta a significare che i fondi che sono stati inseriti nel piano di ripresa nazionale post covid sono effettivamente destinati per realizzare l’opera e allocati al bilancio. In sostanza è l’atto necessario affinché la macchina burocratica e progettuale riprenda. Come si ricorderà, infatti, alla fine di aprile dopo che il governo ha ottenuto il via libera dell’Europa al grande progetto di ripresa e resilienza nazionale “Il Museo del Mediterraneo di Reggio Calabria” è rientrato tra le opera finanziate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra i principali attrattori culturali si posiziona dunque l’opera del Waterfront cittadino coi sui 53 milioni di euro, nella scheda relativa al potenziamento del piano strategico” a valere su fondi nazionali.
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