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Villa San Giovanni, l’indagine dell’Asp 5 sgonfia il caso: «L’ambulanza è giunta in 20 minuti»

Il giallo dell’ambulanza, che avrebbe impiegato due ore per soccorrere una donna infartuata e poi deceduta a Villa San Giovanni, non è più un giallo. E non è più nemmeno un banale caso di “malasanità”. Le registrazioni delle telefonate parlano chiaro e non ammettono interpretazioni di sorta. I fatti, come al solito, sono testardi e raccontano una realtà del tutto diversa da quella che è stata denunciata all’opinione pubblica.
La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un’indagine per chiarire i contorni di una vicenda che appare comunque “strana” soprattutto davanti alle risultanze dell’altra indagine, quella svolta dall’Asp al suo interno ordinata dal commissario straordinario della stessa Azienda sanitaria Gianluigi Scaffidi. Del resto, i fatti denunciati sarebbero stati gravissimi qualora fossero stati anche veri.

Gli esiti dell’indagine

L’Asp, dunque, ha svolto la sua indagine interna e il risultato è stato univoco: non c’è stato alcun ritardo né negligenza dei medici. Il commentato del commissario Scaffidi è lapidario: «Da un’indagine condotta sulla specifica documentazione, anche in possesso della Procura della Repubblica, è emerso che dal momento della chiamata giunta al 118 all’arrivo dell’ambulanza al domicilio della paziente sono trascorsi esattamente 20 minuti, di cui 14 muniti di percorrenza mentre qualche minuto si è perso per la difficoltà dell’ambulanza a individuare l’abitazione. Questo ci dicono le registrazioni telefoniche. Dichiarazioni che attestano altri tempi e modalità d’intervento le lasciamo volentieri al vaglio dei magistrati della Procura della Repubblica per rilevare eventuali altri profili penali».

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