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Reggio Calabria, inchiesta Mercato Libero: 33 rinvii a giudizio, anche i fratelli Frascati

Il giudice dell’udienza preliminare Vincenza Bellini ha disposto il rinvio a giudizio per 33 persone nell’ambito dell’inchiesta "Mercato Libero" promossa dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, rappresentata dal sostituto Sara Amerio. Tra i principali imputati dell’indagine, eseguita dai carabinieri del comando provinciale, Emilio, Demetrio e Paolo Frascati, noti imprenditori di Reggio Calabria nel settore delle costruzioni e della rivendita di autovetture.
Al maggiore dei fratelli Frascati, Emilio, che era stato arrestato lo scorso agosto con l’ipotesi di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di beni, il Tribunale del Riesame aveva cassato il reato di associazione mafiosa assegnandolo agli arresti domiciliari, eguale provvedimento disposto anche per Demetrio e Paolo Frascati.
Secondo l’accusa della Dda, tra l’altro, Demetrio e Paolo Frascati erano «domini occulti della società cooperativa Effe Motors», una rappresentanza di autovetture molto conosciuta a Reggio Calabria, nata sotto forma di cooperativa dalle ceneri di Frauto srl, una impresa già confiscata ai Frascati nel 2007, fondata sotto forma di cooperativa dagli ex dipendenti per mantenere la prosecuzione delle attività.
Oltre ai fratelli Frascati, il gup Bellini ha rinviato a giudizio Gaetano Tomaselli, esponente della cosca Libri, e gli imprenditori Lucio, Vincenzo e Francesco Parisi, titolari della "Paeco", una impresa edile di Pace del Mela (Me), che nel 2017 aveva vinto l’appalto del Comune di Reggio Calabria per la sistemazione delle corsie agonali sul torrente Calopinace.

Secondo l’ipotesi della Dda, i fratelli Parisi si sarebbero rivolti a Emilio Frascati per mediare con la cosca Libri, una delle più potenti di Reggo Calabria, la quantità di tangente da versare alla 'ndrangheta in cambio sella sicurezza sui cantieri. Tra i rinviati a giudizio ci sono anche gli imprenditori Egidio e Francesco La Valle di Villa San Giovanni, amministratori della Ecofal, un’azienda operante nel settore della sicurezza ambientale. Per gli inquirenti, avrebbero dichiarato di avere conferito in discarica i rifiuti che, invece, non sarebbero mai usciti dal cantiere della "Paeco". Ed inoltre, il gup Bellini ha deciso il rinvio a giudizio anche dei funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Reggio Calabria Giuseppe Beatino, Domenico Scalo e Lorenzo Benestare, e di cinque ispettori di cantiere nominati dall’amministrazione di Palazzo San Giorgio, Leandro Azzarà, Antonino Battaglia, Vincenzo Cuzzola, Silvio Mangiola ed Eleonora Megale.
Il processo inizierà il prossimo 13 gennaio dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria e i reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa, alla corruzione, dal trasferimento fraudolento di beni, al disastro ambientale.

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