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Reggio Calabria, omicidio tabaccaio Ielo: si riparte dalle testimonianze dei parenti

Per gli inquirenti il movente sarebbe collegato alla “concorrenza” commerciale

La Polizia sulla scena dell'omicidio del tabaccaio Bruno Ielo sulla via Nazionale a Catona

Saranno familiari della vittima - Bruno Ielo, il tabaccaio ed ex carabiniere che secondo l'accusa sarebbe stato ucciso a Catona la sera del 25 maggio del 2017 perché concorrente scomodo rispetto ad una rivendita di tabacchi all’incrocio tra i quartieri Archi e Gallico – i primi testimoni della lista del Pubblico ministero che saranno sentiti in Corte d'Assise (presidente Natina Pratticò, giudice a latere Giovanni Verardi). L'udienza di ieri è stata rinviata per un'impasse tecnico-procedurale, rinviando l'escussione, già programmata, al prossimo 10 dicembre.
Sotto accusa per l'agguato consumato nella serata del 25 maggio del 2017 sulla via Nazionale a Catona, dove Ielo fu freddato con due colpi di pistola esplosi mentre rientrava verso casa in sella ad uno scooter, Franco Polimeni, Cosimo Scaramozzino e Francesco Mario Dattilo, che per gli inquirenti sarebbe l’esecutore materiale dell’agguato. Dell’omicidio hanno parlato con gli inquirenti anche alcuni collaboratori di giustizia, imprimendo una svolta decisiva nelle indagini dei poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra Mobile: secondo la ricostruzione dei pentiti sarebbe stato Dattilo ad eseguire materialmente l’omicidio, tanto che personalmente «si vantava che per la somma di 15mila euro aveva ammazzato un carabiniere a Gallico».
Fatti che il dibattimento in Corte d'Assise dovrà inevitabilmente riscontrare.

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