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Reggio, la riconosciuta leadership criminale dei De Stefano nel mandamento “Città”

Continua la requisitoria della Procura antimafia

L'aula bunker di Reggio Calabria

La leadership dei De Stefano, la potente cosca di Archi ritenuta al vertice del mandamento “Reggio” e centro decisionale delle strategie criminali dei clan cittadini. Un’egemonia, secondo la prospettiva degli inquirenti, che si evince dalle risultanze delle principali inchieste della Procura distrettuale antimafia dell’ultimo decennio. Da “Meta” a “Gotha”, dal “Principe” ad “Epicentro” sempre con i De Stefano in primo piano. Anche su questo tema - la forza dei “Destefaniani” - si è sviluppata parte della seconda tranche della requisitoria dell’Ufficio di Procura nel processo “Epicentro” che si sta celebrando con il rito abbreviato davanti al Gup Francesco Campagna. Tra i 58 imputati nel maxi processo nato dalla riunificazione delle tre operazioni della Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, con le quali sono state messe sotto scacco le ’ndrine del mandamento “Città” - “Malefix” (contro le generazioni moderne della cosca De Stefano e le ’ndrine alleate operative nei quartieri Archi e Santa Caterina); “Metameria” (nel mirino la storica ’ndrina di Pellaro e Bocale che dopo il ritorno in campo del capoclan Filippo Barreca); e “Nuovo corso” (in primo piano ancora una volta gli operatori economici sotto scacco anche sul centralissimo Corso Garibaldi) - figurano anche i rampolli della nuova generazione “Destefaniana” ma anche esponenti della “vecchia guardia” della dinastia mafiosa di Archi.

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